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di Maurizio Nichetti, con M. N., Caterina Sylos Labini, Federico Rizzi
(Italia, 1988)
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Maurizio Nichetti |
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Visto nel quadro di un cinema italiano sicuramente in ripresa, dopo le vacche magre degli anni delle tivù private, un film come LADRI DI SAPONETTE sembra ancora un miracolo: non soltanto non è inutile e volgare, non soltanto è ben scritto e recitato, ma cerca anche di riflettere sui tempi che corrono. Ad una maniera squisitamente cinematografica: quella della rivisitazione dei miti e dei riferimenti storici. Nichetti, che nasce dalla mimica e dalla scansione alla Tati, conosce altrettanto bene l'estetica della grafica e del cinema d'animazione: ed eccolo allora, in questa storia tra il comico ed il tenero che gli permette di riflettere sugli gli sprechi di oggi e gli stenti di allora, a far rivivere il mitico film di de Sica. Con intrusioni di umori e personaggi contemporanei, primi fra tutti quelli della pubblicità: un procedimento, quello di mischiare personaggi della finzione (in bianco e nero) ad altri della ricreata realtà (a colori), che era riuscito con la grazia che sappiamo al Woody Allen di LA ROSA PURPUREA DEL CAIRO. Tutto ciò è molto bello, ma anche troppo. Ed il film, puntualmente, è più abile che ispirato; più pensato - talvolta anche laboriosamente - che veramente comico o commovente
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
da vedere assolutamente
da vedere
da vedere eventualmente
da evitare
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